19 giugno 1701 Marco Zen
Dispaccio del 6 agosto 1701
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
con quell’attenzione che è del mio preciso dovere, et in obbedienza a ducali della Serenità Vostra 26 luglio spirato, ho esteso le diligenze proprie anco col mezzo del conte Francesco dal Tacco, Provveditore a’ Confini, per raccogliere le notizie di quel più che andasse succedendo alla parte di Trieste, e mi sortisce anco rilevare che in questi giorni siano colà capitati altri tre pezzi grossi di cannone, oltre li due nelle precedenti mie motivati, credendosi che questi possano servire per un forte esistente in sito superiore al castello e terra di Trieste, che si trovava già diroccato, e che viene in presente rimesso et innalzato con nuova fabbrica, capace di molti pezzi d’artigliaria, sopra quale si scuoprirà comodamente la valle di Muggia, et quei legni che fossero per accostarsi a quel porto.
S’intende pure, che in quel territorio, e luochi convicini siano state tolte in nota le persone tutte habili all’armi, e che tremille d’esse se ne trovino capaci, quali possano essere ad ogni occorrenza distribuite alla custodia di quei posti, niente di più preciso essendosi ricavato, oltre che sia stato fatto un consiglio secreto in quella terra, dove possa essersi trattato d’obligare ogni famiglia a ricevere nella propria casa, quel numero di soldati che se fosse permesso secondo le forze delle loro facoltà.
Giovedì sera prossimo passato nell’aque della val di Muggia fu osservato un artiglio di galeazza che vi si fermò per tutto il giorno susseguente, partito pochi giorni prima da cotesti lidi per Levante o Dalmatia, quale in mancanza di vento prospero aveva convenuto approdare a quel sito, il che si dice havesse causato non poca gelosia a quelli di Trieste per tutta quella notte, e che anco facessero verso di quello qualche sbarro.
Dal Magistrato all’Artiglierie è stato qui spedito il Capo Pupale de Bombardieri del castello di Morea, per la rimonta dell’artiglieria, non solo, che per l’arme ancora della piazza e posti, quale fatto da me assistere in tutto ciò che ha ricercato il bisogno, s’applica a quell’operationi, che si rendono più necessarie per un provisionale accomodamento, per non rendere al publico eccedente dispendio nelle presenti congionture. E perché occorre al medesimo molto legname per la rimonta dell’artigliaria, saranno da me rilasciati gli ordini, acciò ne segua il taglio in questo territorio, ma rendendosi necessario qualche genere di essi, che non si ritrova che nella valle di Montona, convengo implorare il publico assenso, acciò possa farli colà levare, mentre per quello occorresse de chiodi, attenderò il publico cenno, non essendovi qui il bisogno di tale requisito, che resta accennato nell’occlusa nota.
Per distribuire poi l’armo di quella città, e posti, onde possa rendersi in ogni caso profittevole, trovate dal Capo sudetto molte difficoltà, ho fatto che il Governatore dell’Armi Massarachi, che qui s’attrova, rilevi dall’osservatione de siti il modo più proprio, et esaminata da essi la materia anco colla mia presenza, si trova che il maggiore riguardo corra per la diffesa della parte di terra, dove esiste il publico castello.
Quest’è situato poco fuori della città e della porta della muda, dominando per appunto tutta la parte di terra, ma per essere antico, ristretto e per sua natura debole, deteriorato anco dal tempo, che non potrebbe servire che per qualche scorreria, et abbenché in posto di molta importanza si rende incapace di portar artigliaria grossa. Tiene bensì da una parte e l’altra due piazze basse, sive fortini, che vengono considerate per l’unica difesa della città dalla parte suddetta, quali, quando fossero ben munite d’artiglieria, sendo capaci di sostenere sino vinti pezzi, potrebbero far resistenza col continuo fuoco, difendere e guardare la parte tutta suaccennata di terra. Queste due piazze basse, non mai per il passato, tenute in acconcio, si vedono pur esse pregiudicate dal tempo, così che nello stato in cui s’attrovano, si renderebbero inutili, mentre tengono bisogno d’essere alzate con terreno, e sostenute da forte muro con barbacani d’intorno, ed in tale maniera servirebbero mirabilmente, quando massime fossero assistite da un capo provisionato per cadauna, de quali qui niuno s’attrova.
Per tale restauro, quando fosse conosciuto necessario dalla publica sapienza non mancarebbero pietre di lastra, e si potrebbero pure far formare calcare per la calcina, essendovi per altro qui un muradore di cotesta città, già spedito per la fabrica de publici magazeni di sali, che supplirebbe coll’opera sua e coll’assistenza del capo predetto al bisogno.
Coll’occasione poi, che ho spedito il capo medesimo a Muggia ad osservare lo scatto di quell’artiglieria che si ritrova smontata, come nell’antecedenti mie ho rassignato a publici riflessi, è stato da lui osservato quel castello si può dire inutile, perché pur esso pregiudicato dal tempo, et com’è situato, e guarda la strada regia, che conduce a Trieste, così riferisce egli, che sarebbe di molto publico vantaggio il risarcirlo con qualche provisionale acconciamento, e che potrebbe all’occorrenze servire per raccogliere qualche pezzo di artigliaria.
Ho creduto però far formare a giudizio d’esso capo un ristretto della spesa che potesse occorrere per tali ripari, et sarà ingionto, onde servi di lume all’eccellentissimo Senato per le proprie deliberationi, e per un conveniente soccorso di danaro, mentre per altro questa povera casta, di sua natura deficiente di soldo, non avrebbe il modo per supplire al bisognevole, in pagar operarii per il taglio de legni ne boschi, condotte d’essi, e di pietre, fabrica di calcina, muradori, et altro, né vorrei provare lo scontento di vedermi in mancanza di tali mezzi, inabile agli impieghi del mio povero spirito, sospirando che possano rendersi fruttuose le fatiche, et l’applicazioni mie nell’adempimento de quelle commissioni che in tale proposito mi venissero ingionte.
Le armi inutili sono state già da me spedite alla Casa dell’Arsenale, anzi rilevando io dal provveditore ai confini conte dal Tacco, che nei due torrioni al confine poco fa ristorati, s’attrovino diverse canne vecchie di moschetti inutili e due falconetti di bronzo smontati, reputo proprio far ridurre le canne stesse in questa città per poterle trasmettere al reggimento dell’Arsenale, ed in tanto farò che a quella parte si avanzi il Capo sudetto, per rivedere i falconetti medesimi e quattro spingardi, che pure colà esistono, e riferire col riflesso all’importanza del sito anco il bisogno che vi fosse.
Con tale opportunità non resto d’humiliare alla Serenità Vostra che li due falconetti, che servono ad uso del bersaglio in questa città, sono sbloccati e scamarati, così che non puonno supplire al bisogno, né essercitarsi li bombardieri, con quel frutto che per altro farebbero, onde la rimessa d’altri due riuscirebbe molto opportuna, acciò non avesse all’abbandonarsi un essercitio tanto premuroso.
Dalla vigilanza del Magistrato eccellentissimo alle Artiglierie sono state qui spedite libbre tremille polvere per quest’occorrenze, ma come converrà distribuirsene parte a Pirano, Pola alla publica galeotta, et per servicio di questo bersaglio, così in breve tempo sarà di molto diminuita.
A scanso dell’estrationi che venissero tentate, di biade da cavallo premurose per uso della cavalleria di Terraferma, di cui tengo le commissioni sapientissime della Serenità Vostra in ducali 13 luglio decorso far provisione, ho già con proclama inhibite l’estrationi medesime, e ne ho raguagliato anco con solecitudine il Magistrato eccellentissimo alle Biave, ma come rillevo con scontento da lettere de rappresentanti della provincia, che a riguardo della notoria secità corsa in quest’anno ve ne sia grande scarsezza, così prevedo difficile il poterne raccogliere alcuna quantità; ad ogni modo però per divertire che non venga asportata, oltre agli ordini disposti, ho incaricata quella publica galeotta all’uso delle proprie diligenze, ma come questa è composta di gente contumace della giustitia per delitti commessi, così non sa il mio zelo devoto di che promettersi, anzi crederei che se potesse essere rimossa e destinata qualche altra compagnia, fosse per essere di maggiore frutto e publico servitio; et perché si rendono necessarii alla galeotta medesima diversi apprestamenti, descritti nell’occlusa nota, de quali non se ne trovano in queste publiche municioni, reputo di mio dovere accennarlo alla publica auttorità, per quelle commissioni che credesse rilasciare. Mosso dal zelo, e dal debito che come buon cittadino professo alla patria adoratissima, e dai riguardi del publico interesse e vantaggio, ho creduto d’estendermi nell’espositione de particolari suddetti, perché compresa dall’infallibile sapienza dell’Eccellenze Vostre la natura et importanza de medesimi, degnino donarmi il loro generoso compatimento, che servirà di coraggio all’obbedienza mia per ben eseguire qualunque risolutione che dalla publica maturità fosse presa. Gratie etc.
Capodistria, 6 agosto 1701.
Marco Zen, Podestà e Capitanio.
Allegati: nota delli lignami che si deve tagliar in bosco (1 carta); nota di robe che fa bisogno per la feluca e galeotta di questa guardia (1 carta); nota di quello che si vorrebbe per fortificare il castello di Capodistria, circa per le muraglie cadenti (1 carta); nota delli pezzi di muraglie cadute (1 carta); nota della artiglieria che si attrova di bronzo nella città e castello di Capodistria (1 carta).
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 82.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.