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19 giugno 1701 Marco Zen

Dispaccio del 8 agosto 1701

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
con quell’attentione che è del mio preciso humilissimo debito verso l’interesse della Serenità Vostra, s’è impiegato il mio zelo a questa parte per vedere ridotti in affittanza i publici datii, che se bene per se stessi di poca rendita rispetto la povertà del territorio, servono però per supplire a molte spese necessarie, e prescritte da publici sovrani decreti.
Ho ritrovato all’amico mio a questa carica quattro d’essi inaboccati, e quello particolarmente de vini per terre aliene a correre in affittato con sommo publico discapito, cosicché nel corso di mesi tre, nei quali è camminato per conto della Serenità Vostra ha dimostrata la sua tenue vendita di sole lire 180, invece di apportar almeno lire 500, per il che applicatomi a riparare questo notabile danno mi è riuscito, se bene a vero con qualche difficoltà, concederlo a Pietro Ombrella, rimettendolo nell’affittanza solita de due anni da principiarsi dall’ultima condotta spirata, ad oggetto di risarcire ogni pregiuditio sin hora corso, e riducendolo al segno della summa maggiore, per cui fu deliberato negli anni dieci decorsi, che è di lire 5.600 valuta corrente, colla conditione che in caso restassero vietati i passi, e sospeso il comercio collo Stato austriaco per sospetti di sanità, o per qual si voglia altra causa, s’intenda non essere obligato il datiaro ad alcun pagamento ma habbia a correre per conto publico, sino che restino levati gli impedimenti, al qual tempo debba continuare la condotta.
Il datio dell’imbottadura correva pur esso da due anni in qua al suo precipitio con discapito considerabile di lire 500 circa all’anno, e prefissomi di procurare la sua affittanza, già mai sortita per il passato, ho potuto finalmente e coll’uso degli incanti, et anco colle insinuationi private, vederlo aboccato per anno uno da Mattio Budica, per lire 1.710 buona valuta, che è non solo la summa maggiore in altri anni decorsi ricavatasi, ma di qualche picolo accrescimento ancora. Pregiudicato questo datio dall’esorbitante esibitione che nell’anno 1695 fu fatta, come rileverà la publica sapienza dall’acclusa nota, così che piuttosto disereditato ho potuto difficilmente al presente ridurre il Budica ad applicarvi, sperando che rimesso questo possa rendersi per l’avvenire più agevolata la sua affittanza.
Finalmente anco i due datii della pescaria e bezzo per orna del vino che si misura in città, sono stati aboccati senza il publico incanto dal predetto Ombrella, il primo per anni due, il secondo per un anno, questa il solito colli patti condizioni e capitali de datii stessi, quello per lire 1.210 buona valuta all’anno, questo per lire 106 valuta corrente l’uno, e l’altro sostenuti al segno maggiore che siasi ritratto nel decennio decorso, come la Serenità Vostra rileverà dalla nota precedente.
Non viene intanto perduto d’occhio dal mio debito l’aboccamento del datio importante dell’oglio, per cui posso dire s’impieghi giornalmente colle più fervorose premure ed insinuationi private il mio povero spirito, coll’oggetto di veder assicurato anco questo publico patrimonio in tempo massime che la noserà (?) lunga siccità, che continua con grave danno in questa povera provincia, fa piuttosto allontanare ogni datiaro dall’applicarvi, sperando ciò non ostante di veder anco per questo non inutili gli impieghi del mio zelo per il migliore publico servitio. Gratie etc.
Capodistria, li 8 agosto 1701.

Marco Zen, Podestà e Capitanio.

Allegato: entrate dei dazi dal 1691 al 1700 (1 carta).

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 82.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.