Dalmazia
Inquadramento storico-geografico amministrativo
La regione è disposta sulla costa orientale adriatica fra la catena delle Alpi Bebie e il mare e comprende anche le isole prossime; si estende dal golfo del Carnaro alle Bocche di Cattaro.
Nel 1409 Venezia ottenne i diritti sulla Dalmazia da Ladislao d’Angiò, e tra il 1409 e il 1421 (con qualche appendice posteriore), dopo fatti d’arme, acquisti e dedizioni passarono a Venezia le città della costa, le isole e parti delle Bocche di Cattaro. La pace siglata a Costantinopoli nel 1573, che concludeva la guerra di Cipro, aveva assegnato terre già veneziane al Turco, che prese anche la fortezza ungherese di Clissa. La Dalmazia veneziana giunse al minimo limite territoriale, consistendo in pratica, oltre alle isole, in una serie di cittadine costiere con contadi di pochi chilometri: «si sentiva cantare il gallo turco nelle città del mare».
La pace di Candia del 1669 concluse la guerra iniziata nel 1645 e fu seguita dal trattato del 1671 che stabilì il nuovo assetto territoriale, poi detto acquisto vecchio, sancito dalla linea Nani (dal nome del Provveditore che la realizzò): Venezia acquisiva Clissa, perdeva Macarsca e Poglizza.
Il trattato di Carlovitz del 1699, che concludeva la guerra di Morea iniziata nel 1684, assegnò altro entroterra dalmata a Venezia, detto acquisto nuovo e sancito dalla linea Grimani, con Tenin, Sign, Citluch e la quasi totalità delle Bocche di Cattaro (oltre alla Morea).
La guerra del 1714-1718 venne conclusa dal trattato di Passarowitz, che assegnò a Venezia l’acquisto nuovissimo sancito dalla linea Mocenigo del 1721. Veniva acquisita Imoschi, la riva sinistra della Cettina e l’alto corso della Cherca, cedendo al Turco la parte più interna dell’area della Narenta, oltre alla Morea.
Magistrature provinciali o straordinarie
Dopo il passaggio della Dalmazia a Venezia, la regione venne organizzata in reggimenti, senza l’istituzione di cariche sovrareggimentali, a causa della nota riluttanza veneziana a concedere ampi poteri giurisdizionali su un’intera provincia, se non temporaneamente e per motivi eccezionali.
Dalla fine degli anni Venti del Quattrocento, comunque, cominciarono a visitare e reggere la regione, senza sede permanente in Zara o in altra città, Sindici, Capitani generali o Provveditori estraordinari o generali. Se fino agli anni Settanta del Cinquecento queste figure rivestivano il ruolo tipico di sindacato inquisitoriale, con durata limitata a occasioni straordinarie e poteri assai ampi in campo militare, giudiziario e amministrativo, verso la fine del secolo l’invio si fece più frequente, le competenze di questa magistratura si stabilizzarono e la Provveditoria generale divenne stabile.
Si trattava, di fatto, dell’unica magistratura veneziana veramente di rilievo in Dalmazia e di uno dei tre cardini su cui era impiantato il controllo dello Stato da mar, essendo gli altri il Provveditore (o Capitano) generale da mar a Corfù e il Bailo a Costantinopoli.